WeWrite – Il Blog di Antonella Di Moia

Il libro di Alessandro è un chiaro esempio di come rompere gli schemi e prendere il lettore in trappola senza che se ne accorga. Questa storia ha un ampio respiro, quindi posso solo immaginare la difficoltà di gestione dell’autore per una narrazione simile. Difatti già dai primi capitoli di evince non solo la cultura dell’autore, (varie citazioni letterarie che sono vere e proprie trappole narrative), ma anche il lavoraccio di ricerca che è stato svolto. Ho avuto il privilegio di leggere il libro in anteprima, tutto, e ne avrei da dire, potendo anticipare in questa recensione anche il contenuto di quest’ultimo. Tuttavia non sarebbe giusto togliervi la sorpresa del “Cubo di Rubik” da risolvere! Intanto però vi anticipo un inizio in carcere con fuga annessa, che mi ha molto ricordato “Il Conte di Montecristo”, l’ambientazione fantasy, gli inseguimenti serrati. Il personaggio diventa alterego del lettore nella misura in cui entrambi non capiscono che sta succedendo. Leggendo, talvolta, avrete la sensazione che sia un libro semplice, lineare, misto al filosofico. ERRORE! Difatti tutto ciò che vi verrà mostrato nei primi libri, fuga, inseguimenti, un cattivo che vuole catturare il protagonista ad ogni costo, streghe mangia-bambini… Sarà ampiamente e dettagliatamente rovesciato. Volete sapere cosa ho pensato quando sono entrata nei capitoli di “scioglimento” del terzo volume? Miseriaccia! Mi ha portato a spasso! Gli indizi ci sono tutti. Riuscirete a scoprire la vera tela intessuta dall’autore dal primo rigo?

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